La libreria dei gatti neri di Piergiorgio Pulixi edito da Marsilio a cura di paroleinscatola79

Il periodo lettura non finisce mai, dedico sempre un momento della giornata ad un buon libro. E' un'abitudine, come il caffè mattutino!

Piergiorgio Pulixi non è sempre un autore facile da leggere, non per il suo stile di scrittura che trovo scorrevole e decisamente buono bensì per le storie stesse che racconta. In genere sono piuttosto cruente e decisamente molto vicine ad una serie thriller americana, almeno per ciò che ho potuto notare io. In passato ricordo di aver letto un altro suo libro intitolato “Lo stupore della notte” e di non essere riuscita a leggerne altri suoi per un po' di tempo per quanto mi avesse impressionato. Credo proprio che fosse il suo intento colpire il lettore e fargli conoscere la brutalità del mondo criminale. Forse ho peccato di troppa sensibilità e per un po' ho accantonato questo autore.

Invece il libro di cui voglio parlarvi ora è di tutt'altro tipo e devo dire che nonostante ci siano scene alquanto brutali e d'effetto mi ha lasciato una sensazione nettamente diversa e decisamente più piacevole. Il testo in questione si chiama “La libreria dei gatti neri” sempre di Piergiorgio Pulixi ed edito da Marsilio. La trama non è semplice da riassumere ma proverò a coglierne gli aspetti più salienti.

Dopo un brutto episodio che ha portato il protagonista, Marzio Montecristo, a lasciare il suo amato lavoro di insegnante, l'uomo apre una libreria nel centro di Cagliari in Sardegna. E' un grande appassionato di gialli e quindi il negozio sarà specializzato in questo genere letterario. La libreria si chiamerà “Les Chats Noir” (I gatti neri) in onore di due gatti che per caso entrano in negozio. Marzio si affeziona a questi due piccoli animali e li chiamerà Miss Marlple e Poirot come due personaggi creati dalla giallista più famosa al mondo. Tuttavia la vita di Marzio Montecristo, il cui cognome è tutto un programma (non vi ricorda un famoso conte letterario?), non è esattamente tranquilla e lineare come quella di un normale libraio. Oltre a dover sopportare clienti dispotici e ignoranti si imbatterà, in compagnia dei componenti del gruppo di lettura del martedì, nella risoluzione di un caso di omicidi seriali. Un giorno una vecchia amica di Marzio (Angela Dimase) chiede nuovamente aiuto allo strambo gruppetto. Dovranno aiutare la poliziotta a risolvere un'indagine piuttosto controversa: il caso dell'assassino della clessidra, chiamato così perché lascia sempre una clessidra antica sul luogo del delitto.

Il romanzo è scritto in modo piuttosto sagace, i capitoli sono brevi ed ognuno finisce in sospeso per portare il lettore alla pagina successiva e scoprire cosa succederà poi. Gli indizi sono perfettamente posizionati, sia quelli per depistare che per guidare il lettore alla soluzione. Perciò si viene accompagnati verso la fine del romanzo piano piano ma molto piacevolmente. Nonostante gli omicidi siano efferati e brutali si capisce che dietro a questo gesto c'è qualcosa di diverso da ciò che farebbe uno spietato e freddo killer, sono mossi da qualcosa di più interiore. Con la collaborazione dei “giallisti del martedì”, Marzio riuscirà ad aiutare la polizia egregiamente e riuscirà anche a maturare personalmente. Alla fine però il lettore prova una sorta di empatia per il colpevole perché, anche se non ne condivide o giustifica i modi, ne capisce la ragione. Spesso il dolore porta ad una vendetta crudele. E' un libro romantico, misterioso e pieno di vita nonostante la morte sia la protagonista principale. E' un testo pieno di riferimenti letterari e per quanto mi riguarda anche un grande omaggio a “Dieci piccoli indiani” di Agatha Christie, sia nella morale che nella struttura del testo. C'è un altro personaggio di cui non vi ho parlato volutamente prima poiché merita uno spazio a parte ed è Nunzia, una signora che entra lentamente nella vita di Marzio anche se poi si scopre far parte del suo passato. E' proprio grazie a questa donna di una certa età che il protagonista fonda il gruppo di lettura e che instaura con loro una certa confidenza e amicizia. Tuttavia il personaggio di Nunzia viene presentato come fosse una persona qualunque e l'autore non lascia trapelare nulla sulla sua vera identità, cosa che a mio parere avrebbe dovuto fare, magari con qualche piccolo episodio del passato di Marzio e non solo nell'ultimo capitolo. Forse lo scrittore ha volutamente omesso questo tipo di indizio per poi scrivere un altro romanzo con un nuovo mistero, non solo poliziesco ma anche personale che riguarderà proprio il protagonista e la sua storia. E' una mia opinione potrebbe essere una buona idea. In ogni caso “La libreria dei gatti neri” è una storia piena di riferimenti letterari, passione e sentimenti senza cadere in scene banali o “fintamente letterarie”.

Piergiorgio è un autore che non ho ancora potuto incontrare, nonostante sia stato ospite in librerie della mia zona. Spero di poterlo fare in futuro e leggere ancora libri come questo!

Che dire ancora?

Un saluto Noir a tutti!

La vostra Blogger,

Giulia

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