Post

Visualizzazione dei post da marzo, 2022

Per la rubrica "cinema" di Parole in scatola: "La verità è che non gli piaci abbastanza..."

Immagine
Disegni di Davide Poli Qualche giorno fa mi è capitato di vedere una commedia cinematografica che negli anni ho rivisto spesso e che ho “recepito” in modo differente a seconda del momento che stavo vivendo. La pellicola in questione è: “ La verità è che non gli piaci abbastanza ”. La storia è piuttosto nota, riguarda l'intreccio narrativo delle vite di coppie e single che cercano la loro strada. Le coppie devono capire cosa desiderano veramente e i single se esiste davvero una persona che vorrebbero al proprio fianco o se sono solo innamorati dell'idea dell'amore. Come vi accennavo, ciò che mi ha colpito di più è che ho rivisto il film in varie fasi della mia vita e ogni volta ho provato sensazioni diverse, ma la realtà è che mi sono identificata in quasi tutti i personaggi. Ognuno di loro in qualche modo rappresenta un pezzettino di me, ma credo che in qualche modo lo scopo del film sia questo: far capire alle persone le varie sfaccettature dei sentimenti. Vi propongo una

Per la rubrica "sentimenti" di Parole in scatola: Milano e la nostalgia che mi accompagna...

Immagine
Disegno di Davide Poli Ho pensato molto al concetto di nostalgia in questo ultimo periodo, ma non come rimpianto. Spesso tendiamo ad equiparare questi due sentimenti ma sono due cose completamente diverse a mio parere. Come sapete guardo molti film e serie tv, per quanto mi sia possibile. Una di queste era ambientata a Milano e nel guardarla ho visto che sono stati inquadrati alcuni posti a me familiari. Non sto parlando dei classici luoghi milanesi ormai inflazionati come Piazza Duomo o la più recente Citylife ma di altri paesaggi come per esempio i giardini di Porta Venezia o la zona del piazzale della stazione di Cadorna. Sono tutti luoghi piuttosto centrali e non così sconosciuti ma per me sono posti legati a ricordi speciali e che mi mancano. Devo premettere una cosa prima di raccontarvi ciò che rappresentano questi posti per me. Ho sempre considerato Milano come una città controversa, con i suoi palazzi immensi ingrigiti dal tempo e dallo smog, con i suoi vicoli pericolosi e le

Per la rubrica "cinema" di Parole in scatola: L'uomo che comprò la Luna...

Immagine
Disegno di Davide Poli Ci sono giorni in cui ho voglia di fare una scorpacciata di film, così vado alla ricerca di lungometraggi interessanti... per quanto mi è possibile dato che non ho tv a pagamento! L'altro giorno mi sono imbattuta in un film agrodolce e surreale dal nome anche leggermente grottesco: “L'uomo che comprò la luna” . E' la storia di un improbabile militare, tale Kevin Pirelli di origine sarda ma dal pronunciato accento milanese, che viene reclutato per scovare in Sardegna un famigerato uomo che pare abbia comprato la luna! Gli americani ne rivendicano la scoperta e di conseguenza anche la proprietà , così non accettano che un italiano, per giunta sardo, ne possa avere il possesso. Da qui parte la crociata di Kevin che, nonostante all'inizio non abbia davvero capito cosa lo aspetti, durante il viaggio non trova solo la soluzione all'enigma ma anche le sue radici e la sua vera identità. Sono rimasta piacevolmente colpita da questo film non solo per

Per la rubrica "libri" di Parole in scatola: "Un tè a Chaverton House

Immagine
Disegno di Davide Poli Quando scrivo ho bisogno di assoluto silenzio, situazione pressoché impossibile dove vivo... Tuttavia cerco di ritagliarmi dei momenti in cui provo ad isolarmi magari ascoltando musica che sortisca l'effetto “concentrazione”. Per redigere questo articolo ne ho davvero bisogno, non perché sia particolarmente difficile bensì perché ci tengo veramente tanto. Sapete quanto ami la lettura ed è noto che ho delle preferenze specifiche in campo letterario. Perciò questa volta voglio parlarvi di un libro che ho potuto leggere solo recentemente e che appartiene ad una delle mie scrittrici preferite, come ben sapete. Sto parlando di “ Un tè a Chaverton House ” di Alessia Gazzola. Premetto che ho potuto incontrare Alessia dal vivo svariate volte e che trovo un pezzettino di lei ogni volta che leggo ognuno dei suoi libri.  Un tè a Chaverton House è stato scritto in trenta giorni e in un periodo davvero brutto e impensabile da dedicare alla scrittura. Al contrario invece