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Visualizzazione dei post da maggio, 2020

Quella volta che ho scoperto...

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Vi ho spesso parlato del mio approccio alla scrittura e alle storie che invento, ma non ho mai accennato al mio avvicinamento al fumetto. Non sono sempre stata un’amante di questo tipo di arte. Inizialmente avevo dei pregiudizi che mi impedivano di apprezzarne la bellezza. I primissimi fumetti che mi sono stati proposti da amici vari, erano stile manga e principalmente a tema guerriglia o fantascienza. Converrete con me che il campo era piuttosto ristretto e spesso monotono, perciò il mio giudizio non poteva che essere approssimativo. Non sapevo, invece, che questo mondo è così vario da potercisi perdere! Purtroppo me ne sono resa conto in età adulta, ma ad essere sincera negli anni seguenti ho cercato di recuperare tutte le “letture perdute”. La tipologia che amo di più appartiene alle “novelle grafiche”, storie complete e generalmente abbastanza scorrevoli. Nonostante, in campo puramente narrativo, abbia apprezzato alcuni romanzi seriali, nel fumetto invece preferisc

Un argomento a settimana: desideri, sogni e tanto altro...

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Per il secondo appuntamento della mia rubrica “Un argomento a settimana”, voglio parlarvi del lavoro che sognavo di fare da bambina. Ricordo che ero solo alle elementari e chiesi a mia madre come funzionava la successione scolastica, le feci questa domanda: “Mamma ma dopo le elementari tu mi hai detto che ci sono le medie e poi le superiori. Però se io volessi continuare a studiare cosa dovrei fare?” Lei ovviamente mi rispose che l’ultimo step dello studio era l’università ed io ne rimasi affascinata. Mi sembrava una metà così irraggiungibile e bellissima. Dovete sapere che sin da piccola, nonostante mi piacesse molto passare del tempo a fantasticare, di una cosa ero certa: volevo essere indipendente. Mentre tutte le mie coetanee desideravano fare le cantanti, le ballerine, l’ astronauta o più semplicemente parrucchiere ed estetiste, io volevo fortemente fare la Manager. Esatto, la Manager! Un desiderio inusuale quanto strano a quell'età ma questa era la mia iniziale

Una lettera speciale del passato... di Giulia De Nuccio

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In questi giorni ho scoperto un altro blog molto carino, “Personalità tra scrittura ed Arte”, all’interno del quale ,ogni lunedì, si tiene una piccola rubrica dedicata alle parole o lettere perdute. Così, su suggerimento della custode di questo spazio, ho deciso che avrei dedicato le mie parole ad alcune mie amicizie, alle persone che ogni anno incontravo in Sicilia in vacanza quando ero solo una ragazzina. Cari Rossella, Anna e Michele, E’ passato tanto tempo dalle nostre estati spensierate in Sicilia al Lido del Tirreno. Non ho mai dimenticato la sensazione di libertà che provavo quando passavamo intere giornate sulla spiaggia. Voi abituati al mare, volevate semplicemente chiacchierare e così rimanevamo ore sotto il grande portico all’ingresso del lido. Tirava sempre un po’ di vento e la frescura attirava la nostra attenzione. Io però, che il mare lo vedevo solo in vacanza, avrei passato tutto il tempo in acqua a nuotare, a giocare con voi. Tuttavia la vostra compagnia

La mia personale mattina dopo...

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LA MIA MATTINA DOPO Vi ho già parlato di una mattina dopo, quella descritta da Calabresi nel suo libro. Questa volta invece voglio raccontarvi la mia mattina dopo: quella dopo uno spettacolo teatrale. Nel 2011 (anno più, anno meno) ho intrapreso un percorso teatrale che è durato circa quattro anni. In questo lungo periodo ho affrontato vari palchi, personaggi e spettacoli. Dietro tutto questo però c’era una mia personale preparazione. Prima di sapere cosa dovevo dire, ovvero quale fosse il testo, io avevo bisogno di sapere chi dovevo essere su quel palco, quale personaggio sarebbe entrato nella mia vita per quel breve periodo di tempo. Una volta studiato il personaggio passavo al testo e lo ripetevo fino a quando non ero assolutamente sicura di averlo imparato davvero bene. Il giorno dello spettacolo la tensione era alta ma ero certa del lungo e minuzioso lavoro che avevo dedicato a quel progetto. Una volta salita sul palco tutto cambiava, non ero io, ero quel per

Inventare, scrivere, ognuno ha una storia...

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Oggi voglio parlarvi di storie. Le storie sono vita che prende forma a poco a poco, sono frutto della nostra fantasia ma anche della realtà. Si dice sempre che l’artista, in generale, sia un “ladro” perché ruba qualcosa d’interessante dalla vita reale per poi metterla su un supporto. Ho sempre trovato quest’aspetto estremamente intrigante. Oltre alla storia contenuta in un libro io mi affeziono anche all’autore, al suo stile di scrittura o di disegno. E’ come se leggendo quel libro io possa entrare lentamente nel salotto di quell’artista e conoscerlo attraverso il suo operato. In un mondo tecnologico e social a volte è bello rifugiarsi in un viaggio tradizionale su carta, dove le parole molto lentamente cominciano a scorrere sotto i nostri occhi attenti e desiderosi di fantasia. Ogni autore mette un pezzetto della propria vita all’interno della sua opera e questo è un aspetto molto affascinante della letteratura. Le parole sono uno strumento molto flessibile;

La costanza di scrivere storie...e tanto altro!

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Oggi stavo riflettendo sulla costanza nel portare avanti i propri progetti. Da un paio di mesi (ormai lo sapete) seguo un blog di una nota attrice di fiction e del suo migliore amico (ndr 1000kmrossi). Ogni giorno c’era un nuovo tema, una nuova riflessione e questo per quanto mi riguarda mi porta ad un esercizio costante riguardo la scrittura, non solo in termini di qualità del testo, ma anche in termini di diversità. Mi spiego meglio. Ogni giorno devo trovare parole diverse, devo riflettere su argomenti differenti evitando di ripetere concetti già espressi e soprattutto devo scrivere. Tutto questo mi ha portato a essere costante, ad avere un appuntamento fisso con la pagina bianca, cosa che prima non mi succedeva così spesso. Tutti pensano che scrivere sia bello, sia interessante e lo è. Ma è anche faticoso, impegnativo ed estremamente difficile. Ogni scrittore con il primo libro in genere parla di sé, della sua vita, dei suoi guai, poi però con il secondo libro deve

"Vieni a vivere a Napoli" un film da scoprire...

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In questo periodo di reclusione coatta l’arte viaggia con noi, ci fa compagnia. Mi sto dedicando spesso alla visione di video ironici, satirici o film in dvd che avevo nel cassetto e aspettavano di essere visionati. Anche se ormai le piattaforme “streaming” stanno dando spazio a film che non avrei mai   pensato di vedere in televisione. Proprio ieri tramite una stories instagram di una delle sue protagoniste, sono venuta a sapere che avrebbero trasmesso un film che si chiama “Vieni a vivere a Napoli”. In realtà sono tre metraggi che compongono un unico film. Sono tre storie diverse ma accomunate da un filo conduttore: il diverso e gli stereotipi sociali. Ve  lo riassumo brevemente: Nel primo un portiere un po’ burbero di un condominio napoletano fa inaspettatamente amicizia con un ragazzino cinese, figlio di una mamma single lavoratrice che è via tutto il giorno. Il portinaio piano piano scoprirà che forse “lo straniero”non è poi così male. Nel secondo, un’ex fam