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Visualizzazione dei post da marzo, 2021

E-book o libro classico? Questo è il dilemma...

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Disegno di Davide Poli Vi parlo così tanto di storie, di libri, di fantasia e di scrittura, che spesso vengo canzonata (in modo bonario) con l'appellativo “storiosa”.In realtà faccio sempre finta di arrabbiarmi ogni volta che vengo chiamata così, ma questo nomignolo mi si addice, mi piace raccontare storie, leggerle e toccarle con mano!Non è un segreto che io ami i libri, quelli veri, fisici. Vi confesso che quando vado in libreria, a volte e senza farmi vedere, li maneggio e ne sento l'odore sfogliando le pagine. Sembra stravagante ma è proprio così che l'essere umano riconosce e ricorda le cose, attraverso l'uso dei sensi. Cosa succederebbe invece se i libri cartacei sparissero? E se venissero davvero surclassati dalla tecnologia, per esempio dagli E-book reader? Per quanto mi riguarda, sarebbe una tragedia! Prima di poter trarre un mio personale pensiero, però, ho cercato di capire com'è realmente leggere un libro su un supporto tecnologico. Qualche tempo fa un

La mia vita in un teatro...

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Disegno di Davide Poli C'era un piccolo teatro nella mia città, è rimasto chiuso tanto tempo, anche prima di questo pasticcio pandemico. Però c'è stato un periodo in cui finalmente aveva riaperto, sembrava fosse contento di avere nuovi inquilini. Era come se le pareti finalmente sorridessero, come se si fossero svegliate da un lungo letargo. Le tende di broccato verde scendevano disinvolte, accuratamente raccolte con un cordone dorato, forse si erano fatte belle per la riapertura. La platea invece era un po' più malinconica, ma trepidante per l'arrivo di tutte quelle persone che avrebbe accolto con grande onore e rispetto, facendole stare comode sulle poltrone di velluto. Il teatro aveva preso vita ed io insieme a lui. Ricordo ancora la prima volta che vi sono entrata, ho sentito quell'odore piacevole di stantio che solo i teatri di una certa età sanno donare e ho sentito che quel luogo in qualche modo mi apparteneva. Guardai il palco in legno pieno di chiodi e vi

Una tazza fumante di...

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Disegno di Davide Poli In questi giorni stavo pensando a quel momento della giornata in cui finalmente ci sediamo sulla nostra poltrona o divano, prendiamo il libro che abbiamo deciso di leggere e con una tazza di caffè oppure tè fumante ci immergiamo nella storia. E' come se quel piccolo fumo vaporoso ci sollevi e ci trasporti all'interno di un mondo che non ci appartiene propriamente ma che vogliamo esplorare. Non sempre decidiamo di fare viaggi piacevoli o sereni, le storie a volte sono torbide, insidiose e spiacevoli. In fondo però sappiamo che quel vapore caldo ci protegge, come un fedele amico ci permette di osservare, capire e provare emozioni inesplorate, ma senza farci cadere davvero. E' così che io vedo quel raro momento di solitudine e raccoglimento in cui esiste solo qualcosa di impalpabile ma che ci culla dolcemente. Immagino che le storie si espandano proprio tramite quell'essenza ariosa, quel profumo dolce amaro che ci accompagna e ci fa vivere per un

La magia di una storia non ci abbandona mai...

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Disegno di Davide Poli In un momento in cui la fantasia sembra schiacciata definitivamente dalla realtà io voglio invece immaginare, sognare e creare! Quando ho visto questo disegno realizzato da Davide mi sono detta che la creatività è un mondo che non può e non deve sparire. Così mi è venuta in mente “La storia infinita”... All'interno di questa storia il viaggio che il giovane guerriero Atreiu compie è volto a salvare Fantàsia, un regno meraviglioso che ogni essere vivente crea con la propria fantasia, pezzo per pezzo come fosse un immenso puzzle. Fantàsia è in pericolo, l'entità oscura “l nulla” avanza inesorabilmente distruggendo porzioni intere di quel regno. L'eroe di quel mondo immaginario, Atreiu, non è però il vero protagonista perché, in realtà, chi deve salvare davvero tutto è Bastian, il ragazzino che realmente legge quel libro e che per magia entra a farne parte. Bastian si trova dinnanzi alla scelta di cedere alla realtà oppure tornare nuovamente a fantas

Una primavera fa...

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Disegno di Davide Poli Podcast, titoli di giornale, post sui vari social network, in questo periodo recitano la stessa identica frase: “E' passato un anno dall'inizio di un incubo”. Se un anno fa mi avessero detto che non avrei potuto vedere il mio compagno per mesi interi, che mi avrebbero costretto a stare in casa e che mi avrebbero negato un futuro sereno non ci avrei creduto e invece è successo, proprio nel nuovo millennio. Ciò che non riesco a capire di tutto questo pandemonio è che dopo tutto questo tempo siamo ancora al punto di partenza. Cos'è cambiato? Abbiamo dato un nome al virus? Ci siamo occupati veramente di noi stessi? Siamo diventati migliori? Le mie sono domande retoriche con un pizzico di sarcasmo, ma temo che davvero tutto si riduca a questo, a domande senza risposta. Viviamo nell'era della più sfrenata tecnologia, la scienza sta andando di pari passo, eppure ci stiamo ancora domandando come sconfiggere un virus, uno dei tanti. Com'è possibile