Pensiero su "Ascolta i fiori dimenticati" di Giulia De Nuccio

I libri sono sempre degli ottimi compagni di viaggio ed io non credo me ne separerò mai. Sono amici silenziosi e gentili che ci aiutano a sognare e pensare. In questi giorni mi sono imbattuta in un romanzo non recente che non conoscevo, probabilmente perché non abbastanza sponsorizzato.

Si tratta del libro “Ascolta i fiori dimenticati” di Holly Ringland edito in Italia da Garzanti.

La storia è abbastanza intricata ma proverò a riassumerla il più brevemente possibile. Alice Hart è una bambina di nove. Dopo aver perso i genitori in un incendio decide di andare a vivere da sua nonna June presso un grande vivaio a Thronfield dove si coltivano fiori nativi australiani. Da quel disastro però non sopravvive solo Alice ma anche il suo fratellino nato prematuro a causa delle gravi condizioni della madre. Alice non lo sa e non lo scoprirà se non dopo molto tempo. La famiglia della protagonista, però, nasconde altri segreti e nell'arco della sua vita la ragazza riuscirà a scoprirli, compresi i misteri che avvolgono Thronfield e sua nonna June. In sostanza, i protagonisti della storia sono due: Alice e i fiori. Per i primi tempi dopo la perdita dei genitori Alice non parla, non ci riesce. June però le insegna il linguaggio segreto dei fiori e le dona un altro modo di comunicare e di esprimere i propri sentimenti. Ogni fiore ha un significato che corrisponde ad un sentimento, ogni fiore che Alice raccoglie è la voce che per lungo tempo ha perso. Thronfield però non è solo un vivaio antico con una storia particolare, è anche un luogo dove June accoglie donne in difficoltà e non importa quali problemi abbiano, il vivaio è un luogo sicuro dove si può ricominciare. La nonna si prende cura di tutte le donne ospiti e cerca di farlo anche con la nipote, ma non è tutto oro quel che luccica... Da quando Alice arriva a Thronfield, June intesse una rete di bugie atte a proteggerla ma che in realtà ne controllano la vita in tutto e per tutto. Alice è una ragazzina curiosa, ama i libri e scrivere storie, desiderio che non la abbandonerà mai ma che verrà sempre accantonato. A Thronfield esistono solo i fiori e le storie nascoste, a volte sfortunate e a volte pericolose e tristi, ma nessuno ascolta veramente i desideri di Alice e per questo lei non li esprime mai realmente. In definitiva la protagonista vive la vita che qualcuno le impone, come se non ci fossero alternative. Un giorno Alice ormai maggiorenne scopre uno degli inganni della nonna, questa volta troppo grave per essere considerato “protettivo”. La ragazza ormai cresciuta si era innamorata di un suo compagno di scuola straniero ed entrambi maggiorenni decidono insieme di fuggire lontano. June lo scopre e dopo aver chiamato l'ufficio immigrazione riesce a far espellere il ragazzo dal paese. Alice lo viene a sapere per caso e da quel momento il cerchio si spezza, la ragazza scappa e abbandona Thronfield per molto tempo ma finalmente vivrà le sue esperienze nel bene e nel male che la porteranno a capire cosa vuole davvero nella vita.

E' un romanzo a mio parere romantico e avventuroso. La vita di Alice è piena di insidie ma lei riesce ad andare avanti, incontra persone che l'aiutano e altre che invece la danneggiano ma in qualche modo alla fine il cerchio si chiude. E' un viaggio attraverso i sogni di una ragazza che non ha vissuto veramente fino a quel momento fatidico ma che finalmente sta scoprendo la vita. I fiori saranno sempre dei validi compagni e amici, ma non saranno gli unici.

Da questo libro è stata tratta anche una serie tv omonima. Tuttavia quest'ultima presenta delle sostanziali differenze che io personalmente non ho apprezzato. Nella serie tv i personaggi, la cronologia dei fatti e persino il finale sono stati totalmente cambiati mutandone morale e storia. I punti di analisi e confronto, a mio parere fondamentali, sono principalmente due: come viene descritta June ed il finale.

Cominciamo dal personaggio di June, la nonna di Alice. Nel libro è una donna forte e tormentata, che ha vissuto esperienze tragiche e che ha allontanato un figlio violento pur sapendo che avrebbe potuto scaricare la sua ira su altri. Nella vita ha aiutato tante altre persone ma non è stata in grado di proteggere la propria famiglia. Non è un personaggio totalmente negativo ma le sue debolezze hanno danneggiato proprio coloro che avrebbe dovuto proteggere in primis. Tuttavia ha un braccio destro molto valido che le è amica e l'aiuta a mandare avanti egregiamente il vivaio, si chiama Twig ed è una delle prime donne che June ha aiutato negli anni.

Nella versione cinematografica il carattere di June è pressoché uguale, ma con una differenza. Twig è la sua compagna di vita. E' proprio su questo punto che non mi sono trovata d'accordo nella sceneggiatura poiché, ai fini della storia, “sessualizzare” la relazione tra Twig e June non era necessario. Attenzione, non sto criticando il fatto che fossero due donne a volersi bene, ma la strumentalizzazione di questo tipo di rapporto.

Nel libro Twig e June sono due donne che portano avanti un'attività, che sicuramente si stimano molto ma non c'è il minimo accenno ad una loro ipotetica relazione perché, giustamente, non è per nulla rilevante ai fini della narrazione. Ritengo pertanto che sottolineare l'orientamento sessuale di un personaggio non sia sempre necessario e utilizzarlo per una pura questione di moda, marketing o politica sia totalmente scorretto. L'amore dovrebbe essere qualcosa di personale e non uno strumento per accalappiare like o consensi. Tuttavia negli ultimi anni questo tipo espediente narrativo è sempre più utilizzato quasi fosse un indottrinamento.

La seconda modifica che hanno fatto all'interno della serie tv è il finale. Nel finale del libro, dopo la morte di June Alice non torna più a Thronfield e addirittura cede la sua quota societaria a Charlie il fratello ritrovato. La ragazza riesce ad ottenere una borsa di studio per un corso di scrittura in Europa, lontano dall'Australia suo paese natio, realizzando il suo vero sogno ovvero scrivere storie. Recide quel cordone che la legava al vivaio e alla famiglia di origine e finalmente si concentra su ciò che desidera nel profondo. Questo è il giusto finale secondo me perché Alice cresce e impara a camminare con le proprie gambe e per fare questo deve in qualche modo spezzare quella catena che la legava al passato. Non ripudierà la sua vecchia vita, ne farà tesoro ma non permetterà al passato di opprimerla o influenzarla. Nella serie tv, invece, Alice torna a Thronfield per il funerale della nonna.

(Piccola digressione: Mentre in tv June muore di cancro, nel libro si addormenta a causa di un arresto cardiaco provocato dal dispiacere per la fuga della nipote. Questa in particolare è una modifica rilevante ai fini narrativi). In sottofondo la voce narrante di June dice ad Alice di farsi valere e in qualche modo suggerisce alla nipote di restare a Thronfield e di prenderne le redini. La protagonista torna perciò in un luogo che le appartiene per eredità ma non si fa alcun cenno a ciò che lei vuole davvero dalla sua vita. In questo modo il messaggio è totalmente diverso dal libro, o almeno per me lo è. Alice quindi non cresce personalmente e seguirà per sempre la strada intrapresa da sua nonna.

Capisco che gli adattamenti cinematografici non possano essere esattamente uguali al libro per varie ragioni ma trovo che sia scorretto cambiare la natura delle storie, soprattutto quando ne si stravolge il messaggio finale o le caratteristiche fondamentali di un personaggio.

Chi si occupa delle sceneggiature delle serie tv o dell'editing dei libri ha una grandissima responsabilità che non dovrebbe mai essere disattesa.

Una storia è come un viaggio, a volte cambiarlo vuol dire tradire i viaggiatori che lo percorrono.

Che dire ancora?

Un saluto “viaggiante” a tutti!

La vostra blogger,

Giulia



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