Arte e tanto altro... "Il giorno più bello" "Io e te su Naboo" Mabel Morri

Arte e tanto altro... "Il giorno più bello" "Io e te su Naboo" 
di Mabel Morri

A cura di Giulia De Nuccio

Il mio approccio all’arte è stato tardivo, non perché non ne fossi mai attratta bensì perché in qualche modo avvicinarsi a tutto questo vuol dire aprire la propria mente ed il cuore davanti a qualcosa di infinito. 
Quando si è adolescenti l’arte la si trova noiosa, una zavorra che desideriamo solo scollarci di dosso, pensiamo solamente ai quadri degli antichi pittori, ai mosaici, alle chiese, insomma solo ad una minima parte della materia.

La verità è che ci vuole coraggio ed io non sempre ne ho avuto abbastanza, le cosiddette gabbie sociali hanno catturato anche me per molto tempo. Poi finalmente ho visto la "luce" e ho capito che il mondo artistico poteva far parte della mia vita. Perciò ho imparato a dare una possibilità ai libri, ma soprattutto ai fumetti che ho sempre considerato (sbagliando) materiale per eterni “peter pan nerd”.
Invece il mondo fumettistico racchiude un luogo pieno di colori, matite, immagini, storie e visioni. Inoltre, nonostante io non abbia una memoria formidabile, riesco a ricordarmi la forma dei disegni, la storia e i colori di fumetti che ho letto anni fa.

Mi sono imbattuta in uno dei lavori di Mabel Morri solamente tre anni fa, mi spiace non aver scoperto i suoi operati prima, ma forse le cose avvengono quando si è davvero pronti per accettarle.
Ho letto un fumetto che mi è rimasto nel cuore e nella mente, ovvero “Io e te su Naboo” (edito da Kappa Edizioni). Un libro totalmente in bianco e nero come la vita dei suoi personaggi. Cosa accade quando si perde una persona che si ama infinitamente? Quanto dolore ci travolge? Siamo davvero in grado di sopravvivere?
Io e te su Naboo” è un tuffo al cuore, un’emozione che ti spinge ad entrare nella storia e a viverla insieme ai suoi protagonisti. E’ un flusso di pensieri e riflessioni che portano ad un’unica conclusione: la vita bisogna viverla... Un vecchio detto della mia bisnonna diceva: “Chi muore tace e chi vive si dà pace...” credo avesse proprio ragione.

Ammetto di aver aspettato del tempo prima di rileggere “Io e te su Naboo” e di approcciarmi ad un altro lavoro di Mabel. Ho provato a rimediare cercando di recuperare alcuni suoi libri, ma è stato un tentativo vano, purtroppo.
Per fortuna la creatività di questa magnifica artista non si arresta mai e non solo ha prodotto un altro libro che ha fatto insieme a lei il giro degli Stati Uniti, ma è anche nella mia libreria in attesa di una sua bellissima dedica!

Sto parlando del libro “Il giorno più bello” edito da Rizzoli Lizard. Ho atteso questo fumetto per tanto tempo, l’ho cercato a Lucca per poi trovarlo nella mia fumetteria di fiducia. Non vedevo l’ora di leggerlo, assaporare l’odore della carta stampata e inebriarmi di altre storie profonde che Mabel sa raccontare.
Apro la prima pagina e riconosco un paesaggio che da piccola vedevo spesso: un ulivo, un muretto in pietra e la terra rossa... una campagna pugliese, proprio come quelle che mio nonno coltivava e dove io passavo ore ed ore a giocare. 
Vedo una Puglia immutata, con le signore anziane che parlano sedute di fronte alla porta di casa ed i ragazzini che giocano a pallone cercando di non rompere qualche finestra. Vecchie auto fuori commercio che sfrecciano nelle stradine di campagna e alcuni dialoghi in dialetto salentino mi trascinano ancora una volta dentro ad un mondo di ricordi ed emozioni...  

"Il giorno più bello"
Il giorno più bello” mi ha catapultato nei sentimenti di tre ragazze, tre persone diverse e uguali allo stesso tempo. Tre amiche affiatate che hanno vissuto tante stagioni condividendo gioie e dolori. E’ un libro ciclico, le stagioni passano e solo a ridosso del giorno più bello per una di loro le cose cambiano. Il matrimonio di Tina (una delle protagoniste) risveglia in Vanessa e Gio (le altre due amiche) sentimenti contrastanti, paura di rimanere sole ma anche desiderio di libertà assoluta.
La verità è che fa davvero paura rimanere da soli, non siamo predisposti all’idea di non avere qualcuno che ci accoglie al nostro ritorno, che sia un animale domestico o un compagno di vita; abbiamo bisogno di qualcuno che ci aspetta e ci ama, ma anche di un luogo chiamato casa.
Ho trovato questo libro estremamente cinematografico ed anche un piccolo manuale per chi vuole approcciarsi al fumetto.  Le inquadrature sono perfettamente studiate per essere dei piccoli fotogrammi di un film che racconta la vita. Una cosa pittoresca, ma anche tecnicamente molto interessante, è che a volte Mabel si permette di fare uscire i personaggi dalle gabbie, sembra quasi che siano in 3D e che ci vengano in contro. Assaporate il finale di questo libro, un piccolo scorcio di vita senza bisogno di tante parole.

Che dire ancora? Vi lascio una bellissima intervista (non per merito mio, ma suo) che Mabel mi ha concesso molto gentilmente, in attesa di incontrarla per un firma copie o per assaggiare un pasticciotto e farmi tornare ancora un pochino bambina.


Domanda nr. 1

“Il giorno più bello” arriva nelle fumetterie il 9 febbraio, qualche giorno prima di San Valentino, una scelta azzeccata direi visto il titolo. L’amore si dice faccia girare il mondo.
Dopo “Io e te su Naboo” e “Cinquecento milioni di stelle” che trattano temi molto profondi e più che mai di attualità sei passata ad un tema più leggero ma non meno attuale ed importante. L’amore, il matrimonio e la paura di rimanere soli. Com’è nato quest’ultimo progetto?

È un fumetto felice.
Volevo che trasparisse questo aspetto, che il lettore/lettrice lo finisse con il sorriso sulle labbra. Sapevo che volevo raccontare quel momento di passaggio - sottile, per molti impercettibile, spesso naturale e a volte doloroso, ma fisiologico -, dall'essere scanzonate a quello della costruzione di un rapporto, quando gli equilibri tra amiche vengono messi in crisi da un evento come il matrimonio, che, nella società di oggi, nei giovani che iniziano ad avere una propria indipendenza economica tra i 30 - 40 anni, si sta nuovamente trasformando in una decisione importante, definitiva, per cui la persona che si sposa è quella con cui si invecchierà. 
La storia nasce, come spesso mi accade, da un'immagine, o diverse evidentemente di una vacanza in Puglia e il desiderio di ambientarvi un fumetto; fin dall'inizio della stesura avevo in mente il contrasto che doveva esserci tra Vanessa e Gio, le differenze abissali delle due personalità, e di un personaggio come Tina che, con la sua scelta, determina la rottura e il ricomporre dell'equilibrio del gruppo. Poi ho costruito il resto della trama, aggiungendo, soppesando, creando situazioni e soluzioni per me nuove, anche graficamente, giocando con le prospettive e i tempi di lettura.
È anche un fumetto ricco di scelte, di ragionamenti, un esercizio di stile se vogliamo, partendo proprio dalla leggerezza che lo contraddistingue. E non è così scontata raccontare e saper usare la leggerezza.
È un fumetto che mi ha tolto tante paure.
Di fatto, ruoto tre personaggi, cosa che non avevo mai fatto perché ho sempre avuto una protagonista e poi dei comprimari da muovere. E poi Vanessa è un personaggio volutamente antipatico, altra cosa che non avevo mai fatto, o almeno non ho mai lasciato che un personaggio negativo finisse bene. Lopi in “Cinquecento milioni di stelle” per esempio finisce malissimo secondo me, e non ha soluzioni, non ha redenzioni: stronza è, stronza rimane. Vanessa invece si salva, cambia, almeno si fa perdonare.

Domanda nr. 2

Questo libro è colorato, in genere per ciò che ho potuto vedere le tue novelle grafiche sono in bianco e nero. Ho avuto l’impressione che i colori dessero una nota di allegria, in fondo si parla di un giorno bello, felice. Qual è stato il tuo “giorno più bello”?

Intanto, mi fa piacere che tu abbia sottolineato che sia a colori. Era la mia prima prova con il colore, scelta e aspetto sempre non scontato. Per me è stato un passo importantissimo, che mi ha fatto capire a che livello fossi arrivata.
Il mio giorno più bello è molto semplice e forse anche banale: è quando mi siedo alla scrivania e scrivo e disegno le mie storie a fumetti. Anche se è un mix di tante sensazioni.
Vedi, “Il giorno più bello” è anche un titolo mistificante: per me Mabel è quando creo, e, per esempio, dando il titolo al fumetto io non intendevo il matrimonio come “giorno più bello”, ma quando le ragazze vanno in spiaggia e si godono il sole, il bagno in mare, la spensieratezza e il lento scorrere del tempo come solo le giornate estive vacanziere sanno essere.
Ognuno ha il suo naturalmente, e il matrimonio lo è innegabilmente, ma è anche un bel trabocchetto. E oggi, il mio “giorno più bello” è anche quando persone che non hanno mai preso un fumetto in mano, leggono il mio e piace loro, sorprendendosi che un fumetto possa regalare emozioni. E in ultimo, come dicevo sopra, è un fumetto che mi ha portato tanto e anche tante certezze: oggi sto disegnando un fumetto in cui cerco di superare quel livello di cui sopra, sia come storia sia come disegni, e se non ci fosse stato questo “mio giorno più bello” non sarei mai arrivata a quello che sto realizzando adesso.
Domanda nr. 3

Hai fatto un tour negli Stati Uniti, visitando scuole, città e posti non sempre comuni alle classiche gite. Il tutto portandoti dietro il tuo ultimo lavoro. Vorresti esportare i tuoi progetti oltre oceano?

Be’, io la chiamerei vacanza più che tour, una gran bella e divertente vacanza, e infatti l’idea di fotografare il fumetto in contesti e luoghi più o meno turistici - o diversi - non è nuovissima e l’ha inventata sicuramente qualcuno di non mia conoscenza, ma è dal divertimento che è nato tutto: e questo aspetto faceto secondo me si sente in ogni foto scattata.
Sai, arrivare sul mercato estero sarebbe una bella occasione, e spero che prima o poi possa capitare. Che poi sia oltre oceano o anche solo in Francia sarebbe comunque molto bello.

"Io e te su Naboo"
Domanda nr. 4

Io personalmente ho amato moltissimo “Io e te su Naboo”, ma credo che si sia capito ampiamente J Ogni volta che che arrivo alla parte in cui Manu saluta per sempre Ico abbracciandolo e quest’ultimo le dice guardandola teneramente negli occhi “Io e te... su Naboo...” e poi svanisce nel nulla... piango come una fontana.
Invece tu, a quale dei tuoi lavori sei più legata?

Ne parlavo a cena con un’amica scrittrice (e qui mentre lo scrivo mi sento tipo come quelli intellettuali che se la credono, quelli che di solito si prendono in giro. Poi però ci si rende conto che il proprio ambiente è questo e alcune conoscenze e amicizie ne fanno ineluttabilmente parte, anche se io mi sento una qualunque che ogni giorno lotta per fare questo lavoro bellissimo e difficilissimo, in Italia; non mi sento “L’Artista” “che guarda dall’alto” ma una che va a cena con una cara amica che di lavoro scrive e con la quale parla di struttura, di composizione, di personaggi che prendono il sopravvento o che scegli di far morire perchéeee, perché).
Dunque, ne parlavo a cena con un’amica scrittrice.
Discutevamo sul fatto che ce n’è sempre uno che si ama di più, ma che non coincide quasi mai con il gusto del pubblico.
Però per me no: ogni storia è un piccolo tassello del mio cammino artistico, della crescita e dell’evoluzione del segno e dello stile. In ognuno c'è stata una sperimentazione che è proseguita nel successivo.
Sono legata a ognuno di essi, perché mi hanno insegnato a padroneggiare il mestiere, a “smussare gli angoli" e a renderlo sempre più professionale.
“Il giorno più bello” per esempio lo ritengo il vero spartiacque della mia carriera e al quale devo molto, per quella miriade di motivi di cui sopra.
Per dire: “Io e te su Naboo”, oggi, è un fumetto pieno di errori classici dell’opera prima: è acerbo, è pomposo nei testi, tende a spiegare qualunque sentimento e qualunque vignetta. È manchevole di struttura e di composizione, eppure è assolutamente naturale che pur non essendo perfetto - e forse proprio questi difetti ne fanno un’opera che difendo - è il fumetto che mi ha portato a “Cinquecento milioni di stelle”.
“CMDS” invece è arioso e volevo che lo fosse, volevo che “si respirasse” asciugando tantissimo i dialoghi, eliminando le didascalie, ma muovendo solo i personaggi, i gesti, gli sguardi, i luoghi e il disegno a sua volta è migliorato ancora rispetto all’incertezza del primo.
“Il giorno più bello” alza l’asticella, seppur leggero: tre protagoniste, struttura, composizione, uso di splash page ragionate e precise, quell’esercizio di stile di cui sopra, dimostrando a me stessa di saper gestire quasi venti tavole di dialogo tra Vanessa e Gio e portare il lettore dove volevo portarlo. Non è scontato, lo ripeto e lo sottolineerò sempre.
E “Il giorno più bello” infine, e a sua volta, mi ha portato a “Volevamo essere le Spice Girls”, che (respiro lungo e con un abbozzo di sorriso quasi soddisfatto, orgoglioso direi) mi sta rendendo felice, mi sta facendo soffrire, mi fa precipitare in sensazioni e mi blocca, mi fa ripartire e raggirare il problema - o dialogo che sia - e mi fa tornare sullo stesso… insomma, è un viaggio, ed è emozionante, provante, ma qualcosa di grande, qualcosa che ritengo molto grande nella mia carriera.
E li amo tutti, ecco.

Credo di non avere più parole per ringraziare Mabel per aver dato delle risposte esaustive e piene di quel sentimento artistico che deve esserci in chi decide di intraprendere questa bellissima e difficilissima strada.

Sbirciate anche il suo blog (non ve ne pentirete) vi lascio il link qui di seguito:

Un saluto “semplice” a tutti voi,
La vostra blogger,
Giulia




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