Una piccola formalità di Alessia Gazzola edito Longanesi
La trama è piuttosto lineare. Rachele Braganza è una giornalista che vive a Milano in un piccolo bilocale. Un giorno suo padre le telefona e le comunica che lo zio Massimo è morto e ha lasciato un'eredità, tuttavia il padre di Rachele decide di rifiutare l'offerta e così, per legge, lei ne diventa beneficiaria a tutti gli effetti a meno che non rifiuti a sua volta. Il padre la implora di non accettare nulla ma ovviamente la ragazza non ne comprende il motivo. Perciò Rachele, curiosa per natura e professione, vuole vederci chiaro e così si rivolge ad un notaio, un suo affascinante ex compagno di classe delle superiori: Manfredi Malacarne. La protagonista si imbatte in un viaggio personale e familiare che la porterà non solo a conoscere meglio se stessa ma anche i segreti che la sua famiglia cela dietro ad una parvente serenità. Non manca l'aspetto sentimentale che Alessia non trascura mai, quindi tra Manfredi e Rachele scoppierà una passione travolgente. Devo ammettere che ho sempre avuto un debole per le saghe familiari soprattutto se c'è un mistero da risolvere, tanto è vero che il primo racconto scritto di mio pugno, e depositato anche alla Siae, riguardava proprio un giallo di famiglia. Come accennato precedentemente, prima di apprestarmi alla lettura ho avuto l'ardire di leggere anche alcuni commenti sui vari social network dove la maggior parte dei lettori si concentrava sulla storia d'amore tra i protagonisti. Per quanto mi riguarda ho notato in questi commenti una lettura del libro un po' superficiale, poiché a mio parere la suddetta storia è solo un contorno. Mi spiego meglio...
Tutto il romanzo ruota intorno all'eredità e ai rapporti familiari in generale per cui la vera protagonista secondo me è proprio la famiglia con tutto ciò che ne consegue. Durante la lettura io non vedevo l'ora di scoprire perché il padre di Rachele avesse rifiutato qualcosa che gli piovesse dal cielo, chi era davvero Massimo lo zio misterioso, perché tutti in famiglia lo consideravano un reietto. La storia d'amore tra i due protagonisti è un ottimo espediente narrativo per raccontare la crescita di Rachele che, appena uscita da una relazione solida ma sbagliata, si ritrova a poter contare solo su se stessa. Rachele maturerà, capirà che lo svago e le storie a volte frivole sono situazioni di passaggio e che dietro ad ogni segreto c'è sempre una spiegazione che non va giudicata ma capita. Solo quando la mia curiosità sui misteri della famiglia Braganza viene colmata la mia attenzione si sposta sull'aspetto amoroso e sentimentale tra i due giovani protagonisti. Probabilmente sono un' outsider ma io ho letto questo libro in modo diverso. Per me il fulcro della narrazione è solo ed esclusivamente la famiglia in tutti i suoi aspetti, il resto è un contorno letterario ben condito e organizzato per chiarire le avventure dei personaggi. Ad ogni modo è un libro in puro stile “gazzoliano” dove il mistero si fonde con i sentimenti e la scrittura ironica e frizzante dell'autrice completano una storia ben congegnata. In molti hanno chiesto anche un seguito, ma io credo che sia una storia che deve viaggiare su un unico binario e un seguito non sarebbe così esaustivo a mio parere. Forse però potrebbe divenire un ottimo film del genere giallo-commedia... chissà!
Voi cosa ne pensate?
Che dire ancora?
Un saluto “gazzoliano” a tutti!
La vostra Blogger,
Giulia
PS: mi stavo quasi dimenticando... l'autrice ci regala un piccolo intreccio narrativo in questo libro e compare un personaggio legato ad un'altra trilogia, sempre di Alessia... trovate l'intruso!
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